Le gemme pugliesi

Le gemme pugliesi
La produzione ortofrutticola si sta orientando sempre più verso la qualità a basso impatto ambientale. Ne parliamo con Vito Pavone

"Tradizione e sapori” sono emblemi su cui l’azienda Pavone da tempo fonda la sua logica di produzione. La società agricola è situata in Puglia, nell’incantevole zona della Murgia del Sud-Est Barese e produce uva da tavola di alto pregio. «L’utilizzo giusto ed equilibrato delle tecniche innovative - spiega Vito Pavone, titolare dell’azienda -, orientate al rispetto della salute del consumatore, del territorio, della fauna e della flora spontanea, esalta il concetto di tradizione. La sapiente tecnica agronomica di coltivazione, consentono di ottenere produzioni sane, genuine e dal sapore e profumi di un tempo. Attualmente coltiviamo su una superficie di 25 ettari, producendo per il 60/70% uve senza semi bianche rosse e nere, la restante parte è rappresentata dalle uve tradizionali con semi delle varietà Italia, Red, Globe e Victoria».

L’azienda si è posta in continuità dalla gestione paterna. Inizialmente non vi era una commercializzazione spinta ma ci si limitava alla produzione indirizzata ai soli commercianti di zona. «La svolta avviene nel 1997 - sottolinea il responsabile aziendale, l’obiettivo principale è stato quello di voler produrre per il mercato portando direttamente sulle tavole dei consumatori uve di qualità. Se in una prima fase abbiamo destinato le uve ai mercati interni, ora da qualche anno abbiamo ribaltato questa dinamica destinando la produzione all’estero».

Le uve Pavone sono presenti sul mercato a partire da luglio sino a dicembre, le tecniche aziendali, correttamente eseguite, garantiscono una produzione tototalmente controllata in campo, con il massimo impegno e professionalità e che risponde a precisi standard di qualità. «La scelta dei miei figli Vanni e Carmen - ha precisato Vito Pavone - di collaborare nella gestione dell’azienda rispettivamente nei ruoli di responsabile della produzione e controllo qualità, rassicura in primo luogo la continuità generazionale dell’attività posta in essere e certamente migliora la gestione tecnica – amministrativa dell’impresa.

Abbiamo promosso un ricambio varietale e siamo passati da uve con semi che coltiviamo ancora, introducendo uve senza semi. Le principali innovazioni sono consistite, appunto, nell’introduzione di nuovi sistemi di allevamento e strutture differenti rispetto al passato ed un sistema di irrigazione con ale gocciolanti che consentono di ottenere un elevato risparmio della risorsa idrica».

Innovazione e sostenibilità delle produzioni concetti importanti e ampiamente condivisi ed applicati dall’azienda Pavone. La tendenza attuale è certamente quella di produrre uve con una quantità bassa di residui di fitofarmaci. «La nostra azienda - continua Vito Pavone - produce applicando il protocollo Global Gap (Good Agricultural Practice), Grasp (certificazione etica) e lo Standard Ifs (International Food Standard), attestazioni minime per poter ommercializzare sui mercati.
L’uva a marchio Pavone rifornisce le boutique della frutta in cui sono richiesti altissimi standard di qualità o negozi al dettaglio. «Solo producendo merce di una qualità elevata si riesce a far fronte alla costante e sempre più agguerrita concorrenza degli altri Paesi produttori di uva da tavola – precisa Vito Pavone -. Tendenzialmente la grande distribuzione è orientata verso la commercializzazione di prodotti standardizzati, che comunque noi cerchiamo ugualmente di fornire. La regola è ottenere uve di alta qualità, investendo in manodopera e innovazione, e la nostra si caratterizza per il sapore, per la conservabilità e perché è gustosa».
Cerchiamo di tutelare i consumatori coltivando un’uva a basso impatto ambientale, impiegando pochi prodotti chimici. Abbiamo introdotto l’inerbimento e utilizziamo per lo più sostanze organiche. Anche in virtù di questi principi dallo scorso anno abbiamo avviato un nuovo progetto che ha riscosso un notevole successo in Germania. Si tratta dell’introduzione di una confezione in carta sostitutiva dell’utilizzo di materiali plastici. I consumatori sono molto attenti anche per quel che concerne il confezionamento.

Per il futuro, le grandi catene di distribuzione sono orientate all’eliminazione di qualsiasi materiale e quindi noi abbiamo preconizzato i tempi utilizzando
fin dall’anno scorso questo cestino in carta. Continueremo gli investimenti
quest’anno introducendo buste in carta da chilo con manici molto comodi e forniremo le uve senza plastica e senza spugne, con l’obiettivo di ridurre al minimo i componenti altamente inquinanti e totalmente inutili».

Autore: Luana Costa